di Giuseppe Minnella - La politica è una cosa seria: e' questa la stella polare
che ha sempre caratterizzato la nostra azione e il nostro volontariato nel
quotidiano impegno pubblico.
A Reggio Calabria invece da ormai diversi mesi va in
scena non il solito "teatrino della politica" di tradizione
italica ma un vero e proprio “circo”: associazioni di ogni risma, presidenti megalomani
autoelettisi, gente totalmente sconclusionata, accomunati tutti dalla ricerca
di visibilità, annunciano la propria autocandidatura a sindaco.
Candidature come se piovesse richieste a furor di
popolo, secondo loro, da inesistenti cittadini: rappresentanti del nulla o poco
più, sia chiaro, che hanno tutti la ricetta per fare di Reggio Calabria la
nuova Los Angeles d’Italia.
Con queste premesse non inizia affatto bene quello
che già molti immaginano, dandolo già nel sacco, come il "dopo
disastro-Falcomatà": una città messa in ginocchio con arroganza e incompetenza per la quale
servirebbero persone ultra qualificate e competenti anche solo per avere un
piccolo barlume di speranza di rinascita.
Tanto è oggi difficile la soluzione dei problemi che
affliggono la città.
Lungi da noi, certamente, anche il solo voler
pensare di impedire a qualcuno di misurarsi democraticamente, non possiamo
assistere silenti a questo spettacolo indecoroso, indecente e nauseabondo.
La politica è una cosa seria: non è ricerca di
visibilità, non è appagare la propria megalomania, il proprio smisurato ego,
l'accattonaggio di un incarico in una futura amministrazione.
Dalla politica e dalla buona amministrazione che ne
dovrebbe scaturire, cosa che a Reggio da anni ormai non è più, dipende il
futuro della nostra città, delle future generazioni, dello sviluppo economico,
infrastrutturale, turistico dal quale questi nostri figli dipenderanno se non
vogliamo che si accentui sempre più l'abbandono e l'emigrazione da questa
città.
La politica è una cosa seria: quella da “circo” porta
alle figuracce di questi giorni, come lo spot turistico sulla Calabria: parole
vergognose indegne di un paese civile ancora più gravi se pensiamo che seguono
a ruota di pochissimi giorni quelli altrettanto discutibili della campagna
mediatica di Easyjet per la quale molti si sono indignati!
Questo è il risultato di giullari che si vogliono
improvvisare politici e che causano un danno economico, di immagine, turistico
alla nostra terra enorme!
Questi signori dovrebbero capire che amministrare
una città non è presiedere il circolo del "tressette".
Da più parti, anche persino da quelle politiche
ahinoi, si sostiene la necessità di rivolgersi al "civismo", a
tecnici, a dare in mano la città a dei "non politici". Non possiamo
essere d'accordo e come sempre accade più spesso siamo in controtendenza: oggi
come non mai Reggio Calabria ha bisogno non solo di gente estremamente capace,
e già questa categoria langue, ma necessità di una nuova classe politica che deve sì collaborare con
la società civile e con i tecnici per risollevarla dal baratro in cui è caduta
negli ultimi dieci anni. Al tempo stesso però questa futuribile, auspicabile,
classe dirigente dovrebbe difendere gli interessi della città presso le
opportune sedi regionali e nazionali.
Ed invece assistiamo alla solita bassa politica
della città a cui si aggiunge giorno per giorno lista su lista per il solito
accattonaggio di poltrone, incarichi, visibilità.
E allora è necessario che ritorni di moda la famosa "questione
morale"
nella città in cui nessuno più si indigna, necessaria a governare il futuro e
la rinascita di Reggio Calabria che oggi più che mai necessità di persone con
la schiena dritta, capaci di mettere alla porta i "questuanti della
politica" e che si scandalizzi e perseguiti quei modi di fare da veri e
propri pezzenti come quelli emersi dalle recenti indagini che hanno visto
interessati alcuni soggetti di questa amministrazione comunale e AVR.
La politica è una cosa seria: se non si cambia, se non
cambia questo modo di pensare e agire, cari reggini, potremo candidare
politici, professionisti, scienziati, esponenti del famoso civismo, nani e
ballerine ma non cambierà mai nulla!
Il cambiamento deve avvenire nel pensiero che regola
l'azione altrimenti per Reggio sarà sempre più notte senza alba.

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