di Fabio Bensaja - "Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sentito il fondatore di Emergency Gino Strada. Lo confermano fonti di Palazzo Chigi. Il nome di Gino Strada è stato proposto da esponenti del Movimento 5 stelle e dalle Sardine per la sanità in Calabria..." (fonte HuffingtonPost);
Ebbene sì, anche i pesci hanno imparato a parlare; ormai sulla Calabria ci mettono bocca tutti, ma proprio tutti, perfino le Sardine che non rappresentano che loro stesse, che non hanno mai ricevuto alcun riconoscimento elettorale; alla stregua dell'Unione Pescatori, della Associazione Amanti dell'Armadillo, o del Gruppo WhatsApp "Venerdì sera da Cicciuzzo 'o Zozzone".
Ormai non si vede più una via di uscita e quella luce in fondo al tunnel, che per un attimo si era intravista nello scandalo Cotticelli e del burlesco Zuccatelli, si è dimostrata essere solo la luce di un treno, che ci sta arrivando di faccia.
Gino Strada, sicuramente meritevole medico, è candidato, da pescetti e monopattinatori, ad amministrare una situazione disastrosa, che richiede solide basi ed esperienza di amministrazione in ambito pubblico; praticamente lui sta a quel ruolo come Rocco Siffredi starebbe al ruolo di Amministratore Delegato della Akuel: non c'entra un cazzo.
Nel frattempo quei medici Calabresi conosciuti per essere ottimi manager di spettacolari ed efficientissimi Ospedali sparsi sul territorio Italiano, e quegli esperti nella gestione di emergenze nazionali, non vengono nemmeno considerati.
Mentre sfilano nomi e cognomi di gradimento ad una pseudosinistra ormai accecata dalla sindrome di onnipotenza, nell'attesa che magari venga nominata la Rakete come responsabile del trasporto marittimo, in Calabria continuiamo a tremare, contiamo ogni ora i contagiati da Covid che aumentano, vediamo i supermercati chiudere non per DPCM ma perché il personale è tutto finito in quarantena; vediamo chiudere le attività perché la gente non esce di casa per paura che, se mai dovesse averne bisogno, non troverebbe i posti di terapia intensiva che lo Stato avrebbe dovuto garantire durante questo tempo ormai perso; e nell'attesa che i Big scelgano il nome per il Telegatto da dare al più radical chic in cerca di nuova fama, la Calabria continua a morire assieme ai Calabresi.
I giorni passano, le ore, i minuti, i secondi hanno tutti un peso ben scandito, è una sentenza che non viene percepita da quelli che sono stati impegnati a scegliere il banchetto a rotelle, e da chi è da mesi che dimostra platealmente la sua eiaculazione tardiva di decreti urgenti che quindi risultano inutili ed ormai sterili.
Non è tollerabile che perfino le Sardine prendano la parola con il Capo del Governo; non è accettabile che le voci dei rappresentanti Calabresi non emettano suoni udibili;
non è concepibile che un dramma che sta vivendo il nostro popolo diventi una passerella promozional pubblicitaria per un movimento, mai riconosciuto dall'elettorato, utile solo a dare un look grillinesco ad una vecchia sinistra che ha collezionato solo fallimenti e figuracce.
Ho sempre definito le elezioni una farsa dove per lo più si esibiscono scimmie ammaestrate, e adesso, in condizione di emergenza, forse finalmente qualcuno me ne darà ragione.
Vorrei sapere perché, visto che la sentenza sul nostro genocidio era già pronta, ci hanno fatto perdere anche quegli ultimi nostri straordinari weekend di sole per organizzare quelle elezioni farsa per far vincere quegli pseudo-rappresentanti voluti dal regime, quelli che si vedono e si sentono solo prima del giorno del voto e che poi si rivelano i soliti miseri Efialtiani pronti a tradire il loro popolo in cambio di un paio di mignotte (nelle ultime ore, per chi si fosse sintonizzato da poco, sono saltati fuori grossi dubbi sulla regolarità delle votazioni comunali che si rivelerebbero falsate, con grandi quantità di voti in più rispetto al numero dei votanti, numero già gonfiato da elettori che in effetti non sarebbero andati a votare - fonte "il Fatto Quotidiano").
Siamo ormai ad un punto di non ritorno, il REgime è nudo, e se una soluzione drastica è darci la voce da soli, nelle numerose manifestazioni di protesta per le piazze, salta però agli occhi che ancora nulla è stato imparato; per la maggior parte dei casi chi prende il megafono in mano ha poco a che fare con un Masaniello, ed è visibilmente più somigliante ad una delle solite aspiranti scimmie che si mettono in mostra solo per essere le prossime candidate alla corte del Regime, pronte a barattare i loro servigi ed il loro silenzio in cambio di un posto al banchetto dei potenti.
O poveri noi Calabresi, nonostante i migliaia di anni, dimostriamo ancora di non avere imparato nulla dai nostri antenati Greci che, dopo secoli di divisioni, avevano capito che l'unione fa la forza e che, uniti, nessuna armata avrebbe mai potuto sottometterli agli interessi del più temibile invasore, figuriamoci a quelli di un branco di Sardine.

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