Reggio Cal. 30 dic. -
Un’intera
città ridotta ad una cloaca in sei anni di dis-amministrazione e narrata invece
come la nuova Gerusalemme: la fiction diretta dal regista Falcomatà ha negato in
questo periodo ogni evidenza dei disastri realizzati, sempre pronto a trovare
un colpevole che non fosse lui o alcuno suoi complici. Qualcuno veramente
pensava si dimettessero? Avessero un sussulto d’orgoglio dopo quanto accaduto?
Certamente
no: eppure nessuno avrebbe mai pensato che, non solo tale banda non avrebbe
rinunciato al proprio scranno ottenuto con l’imbroglio, ma si permettesse
addirittura di attaccare, come suo modo fare, narrando storielle di fantasia a
cui ormai siamo abituati.
La
seduta del consiglio comunale odierna ha rappresentato una delle pagine più
buie della storia del civico consesso: una opposizione sempre pronta ad
essere rintuzzata, ripresa, incalzata da un presidente a dir poco imbarazzante,
ridotto a cane da guardia della maggioranza, che più volte interrompe il capo
dell’opposizione di centro-destra durante i cinque minuti del proprio intervento,
ma che dimentica l’orologio quando è la maggioranza ufficiale, o quella coadiuvante
di un sempre più appiattito, attaccato, financhè insultato consigliere Pazzano,
ad intervenire lanciando improperi contro gli assenti.
Nessuna
assunzione di responsabilità se non la ridicola, insufficiente, omertosa dichiarazione
di “fiducia nella magistratura” quando ormai i fatti sono già
venuti alla luce del sole ed ogni ulteriore indagine non potrà che ancor di più
scovare altri imbrogli e pregiudicare sempre più la posizione di questa
maggioranza annichilendo l’immagine della città. Che mestizia di personaggi!
Tralasciando
l’intervento di chi, sminuendo l’accaduto, attacca l’opposizione e definisce,
in modo nauseabondo, proprio “amico” il Castorina, vorremmo far notare a tale consigliere
che quando si fa parte di una squadra che bara, l’amico non è solo tale ma assume
il ruolo di complice!
Avevamo
fatto appello ad un barlume di dignità del sindaco: nemmeno quello gli è stato
donato dalla natura. Vada via adesso ora che ha risolto il suo problema di disoccupazione
visto che ha riservato ad una città metropolitana come Reggio Calabria persino l’umiliazione
di avere un primo cittadino che partecipa ad un concorso per fare l’usciere o lo
spazza scale in un’amministrazione di altra città metropolitana del nostro
paese: tutto è legale ed ogni scelta di vita è personale, ci mancherebbe, ma quando si
rivestono determinati ruoli istituzionali opportunità vuole che certi
comportamenti non si possano e non si debbano attuare! Che umiliazione per
la nostra cara Reggio!
Di
quale politica, più volte citata nel suo intervento, intende ciarlare il sig.
Falcomatà? Di quella che fa votare i morti? Quale “coraggio, gentilezza e
rispetto” ha l’ardire di chiedere, proprio lui, che l’opposizione dia all’aula
quando parla da sindaco dei vivi e dei morti! Di chi non è mai andato a votare!
Degli anziani infermi nelle case a cui è stato usurpato il diritto di voto! Di
quei morti che riposano in cimiteri oggi ridotti a discarica! A loro che
coraggio, gentilezza e rispetto dedica il signor Falcomatà?
In
quell’aula il rispetto, caro signor sindaco, non è mancato oggi: manca ogni
volta che lei racconta fandonie alla città. Semmai l’unica mancanza grave è
quella della dignità che imporrebbe, non di attaccare come fatto oggi all’abbandono
dell’aula dell’opposizione, ma di assumersi la responsabilità dell’operato dei
propri uomini; occorrerebbe perciò abbassare i toni, la testa, chiedere scusa e
poi andare a casa. Parla proprio lei di mancanza di rispetto per l’abbandono
dell’aula quando la sua maggioranza, allo stesso modo, non partecipa ed impedisce
il funzionamento della commissione di vigilanza dopo la vicenda che vede Ripepi
protagonista né indagato né arrestato tra l’altro. Una vergogna dietro l’altra
caro sindaco!
Se
un giorno dovesse saggiare lei o altri, che in quell’aula sono da sempre a
libro paga della collettività, la strana emozione di lavorare per un’azienda privata
potrà capire cosa significa pagare per il proprio operato e per quello dei
propri uomini che si è scelto! Altro che salire sul trono per accusare:
verrebbe cacciato a calci e licenziato!
“Non
è stato uccisa la democrazia, non è stato ucciso nessuno….” si urla in aula. Ciò
ci rincuora: avevano già votato ma erano già tutti morti!
Giuseppe Minnella - Portavoce Provinciale
Movimento Sociale Fiamma Tricolore
Commenti
Posta un commento