Reggio Calabria, gara di indecenza tra brogli elettorali, sindaco, consiglieri delegittimati e cittadini complici del “sistema”

 

Reggio Cal 5 mar. - Una gara di indecenza è quella a cui ormai da tre mesi si assiste in una città in cui stamattina, chi scrive, è stato costretto a lavarsi il viso con l’acqua minerale acquistata al supermercato. Condizioni da quarto mondo che fanno vergognare chi come noi pretende di vivere in una Reggio in cui siano garantiti i diritti e servizi fondamentali, che vengono invece quotidianamente negati da chi la governa e stupra da oltre sei anni.

Ringraziamo magistrati e forze dell’ordine per il loro lavoro, per il “sistema” che sta venendo alla luce, portando a conoscenza, dell’Italia intera, di come si siano svolte le elezioni amministrative a Reggio Calabria lo scorso mese di settembre. 

E mentre il lavoro di indagine è ancora lungi dall’essere completo, e si cerca di scaricare politicamente la colpa sul solo capro-espiatorio Castorina, assistiamo ad un sindaco che anziché impazzire per il danno di immagine arrecato, da lui e dai suoi sodali, alla nostra città (in dieci giorni Reggio è stata sui media nazionali per la questione spazzatura e per i brogli) di inquantificabile valore economico ci ritroviamo ad ascoltare dichiarazioni in cui tende a minimizzare la faccenda, come fosse acqua fresca, nell’ordine di un “centinaio” di voti. Una irrispettosa mancanza di rispetto per la città, i cittadini, l’elettorato e le basilari regole del vivere civile! 

Nulla conta per il sindaco se per due anni, in cui abbiamo, tra l’altro, avuto elezioni europee (2018) e regionali (gennaio 2020), ci sia stata una commissione elettorale, avallata dalla sua amministrazione, con un presidente abusivo del tutto fuorilegge che ha nominato scrutatori e presidenti in base a conoscenze e simpatie politiche al fine di alterare il voto; irrilevante per lui l’esistenza fantasma di un’autorizzazione a Castorina di cui è protocollata la revoca ma non c’è traccia della nomina originaria. 

Tra poco ci verrà a dire che gli asini volano! Così mentre i controllori del “Tito Minniti”, in assenza di aerei, vigileranno sul traffico dei quadrupedi in cielo, è del tutto inutile, lo ripetiamo anche oggi, continuare a richiamare alla dignità inesistente di ventuno consiglieri di maggioranza colti da improvviso sordomutismo, di cui non esiste traccia di dichiarazioni all’indomani dell’ennesimo scandalo.

Un consiglio comunale totalmente delegittimato per i brogli e totalmente esautorato dal suo pessimo presidente che non lo riunisce dal giorno della surroga del consigliere Castorina avvenuta a fine 2020. 

Sindaco, presidente del consiglio e maggioranza che negano palesemente il confronto in aula ad una opposizione che nelle sedute precedenti ha preso schiaffi da ogni lato: etichettata in ogni modo, definita come composta da “analfabeti funzionali”, irrorati di moralismi legalitari financhè dall’ex capogruppo del Partito Democratico (sic!), “l’uomo di legge”, che si è scoperto essere il peggiore prodotto della più corrotta partitocrazia italiana.

Opposizione che oggi si dimostra al pari dei sordomuti falcomatiani; sono caduti tutti nel vuoto infatti gli appelli della consigliera Filomena Iatì, unica intervenuta all’indomani della conferenza stampa degli inquirenti, a rassegnare tutti insieme le dimissioni da quella cloaca che, anche grazie a loro, è oggi il consiglio comunale di Reggio Calabria.

Ai  cittadini di una Reggio Calabria sempre più invivibile, a quella grandissima parte complice silente e ignava di questo disastro, vorremmo chiedere se a loro sta bene vivere in una città così ridotta moralmente, socialmente, economicamente: avessimo risposta positiva, non ci sorprenderemmo visto che c’è chi si è venduto per cento euro, potremmo chiedere alla Nasa di spedirci su Marte alla prossima missione. 

Se lo scaricare le responsabilità solo in capo a Castorina ha creato i presupposti per i gravissimi brogli elettorali, il sistema del boss politico Falcomatà sta da mesi cercando di affogare la vicenda nell’anonimato con il favore di qualche forza amica nel centrodestra che ritrova la parola nei giorni a targhe alterne.

Un appello finale di redenzione a quei giovani e meno giovani che in virtù di promesse, di bisogno economico in una terra ormai allo stremo, anche in buonafede si sono prestati a tali orrori, chiediamo: andate dagli inquirenti e dite tutto quello che sapete e/o avete fatto, non rovinate la vostra vita per qualche miserabile o per un centinaio di euro che non vi hanno nemmeno ancora pagato; non rovinate la vostra vita per un contratto di tre mesi o per promesse di posti di lavoro che non ci sono e non ci saranno. Vuotate il sacco: noi siamo pronti a perdonarvi e la giustizia saprà essere clemente. 

In caso contrario per voi non ci sarà scampo: pagherete duramente la complicità ad un sistema criminale!

Giuseppe Minnella - Portavoce provinciale

Movimento Sociale Fiamma Tricolore - Federazione di Reggio Calabria


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