Nota di sostegno al condannato Falcomatà – Msi Ft: si dimetta chi ha “manipolato” la nota o si dimettano i firmatari per indegnità.

Reggio Cal. 13 nov. - Un lancio dell’agenzia nazionale ANSA, nella serata di ieri, ha indignato iscritti, dirigenti e militanti del Movimento Sociale e buona parte dei cittadini reggini: veniva infatti informata la stampa circa un documento sottoscritto da diversi amministratori con cui si esprimeva, riportiamo il virgolettato, “vicinanza e solidarietà al sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, sospeso per via dell’applicazione della Legge Severino in seguito ad una condanna per abuso d’ufficio”.

Nel momento in cui scriviamo stanno arrivando una serie di smentite da parte di alcuni primi cittadini ed amministratori i quali negano categoricamente di aver firmato alcun documento o al più dichiarano di aver firmato semplicemente un appello per la modifica della Legge Severino in cui non vi era alcun riferimento al condannato Falcomatà.

Giunti all’estremo della sopportazione umana siamo costretti a rompere il silenzio: quel silenzio che la Fiamma Tricolore si è imposto anche dopo la sentenza d’appello del processo “Miramare” non nutrendo più alcuna fiducia nella giustizia, in questa amministrazione, nella totale mancanza di dignità dei suoi componenti, nella sua inesistente e complice opposizione, nelle istituzioni governative che, al gioco della scimmia “non vedo, non sento, non parlo” si sono astenute in questi anni dall’intervenire nella quotidiana distruzione della città e nelle gravissime violazioni della legge, anche da noi più volte denunciate in Procura e ad oggi, dopo anni, senza alcun esito.

Pur comprendendo la paura quotidiana di molti sindaci ad amministrare per il timore di incorrere in reati come l’abuso d’ufficio è necessario, per chi possiede un minimo di onestà intellettuale, fare una distinzione tra una condanna per l’aver aperto una scuola o una strada ed una condanna ad un sindaco per aver favorito un amico concedendogli l’utilizzo di un immobile di pregio di proprietà comunale in una vicenda che gli stessi giudici hanno definito “sciatta e superficiale di gestione della cosa pubblica”.

Non contenti del fato (e forse non solo quello) che li protegge la truppa falcomatiana, appoggiata dalle azioni sconclusionate di una ridicola opposizione in consiglio e da un popolo indifferente, perfetta espressione della mediocrità che lo governa, si stringe compatta e prova il colpo grosso: far addirittura passare il condannato per “un vantaggio patrimoniale ad un amico del sindaco” (cit. motivazioni sentenza I° grado) da vittima buona ed incosciente della giustizia, abbattuto dal suo trono dalla vile Legge Severino.

E’ necessario dunque che si faccia immediatamente luce su quanto accaduto. Delle due l’una: o i sindaci hanno firmato un documento vergognoso in cui manifestano solidarietà ad un condannato, per le motivazioni giudiziali di cui sopra e quindi mancando gravemente di rispetto alla sentenza ed ai magistrati che l’hanno emessa, oppure qualcuno ha modificato ed inviato alla stampa un documento totalmente diverso da quello sottoposto e sottoscritto dai sindaci

Nel primo caso chiediamo le immediate dimissioni per indegnità di tutti quei sindaci che abbiano firmato scientemente questo appello che non difende un sindaco dall’abuso d’ufficio bensì lo giustifica da un vero e proprio reato; nel secondo caso chiediamo le dimissioni di chi ha modificato e diramato il comunicato e invitiamo i sindaci coinvolti a recarsi in Procura per denunciare i gravissimi fatti accaduti con la divulgazione alla stampa nazionale di qualcosa, a quel punto, di totalmente inventato e mai da loro sottoscritto.

Giuseppe Minnella - Portavoce Provinciale

MSI-FT


Commenti